Sostenibilità e produzione sostenibile del vino. Un concetto semplice, a prima vista, ma cosa significa di preciso? Si tratta di una materia sempre più rilevante, soprattutto nell’industria food and beverage. Un termine semplice che sta influenzando sempre più velocemente sia il wine market che i suoi consumatori, aggiudicandosi sempre più rilevanza.

 

La tematica “sostenibile” è presente già dal 1972, quando fu introdotta durante la prima conferenza ONU. Solamente nel 1987, però, la “United Nations World Commission on Environment and Development” pubblicò un report in cui non solo fece chiarezza sul concetto, ma definì anche un obiettivo, tanto semplice quanto ancora attuale: “con sostenibilità, si intende l’esigenza di raggiungere uno sviluppo che riesca a soddisfare le necessità della generazione presente senza negare la stessa possibilità alle generazioni successive” (WCED, Brundtland Commission, “Our Common Future” 1987).

 

È oggi innegabile come termini quali “sostenibile”, “eco-friendly” o “organic” risveglino una particolare sensibilità nel consumatore, che di frequente però è portato ad usarli erroneamente come sinonimi (B. Campbell, H. Khachatryan, B. K. Behe, J. H. Dennis, 2015, “Consumer Perceptions of Eco-friendly and Sustainable Terms”). Spesso infatti, al concetto di sostenibilità, viene solamente associata la materia ambientale, tralasciando così tutto quello che riguarda cultura, società ed economia.

 

Partendo proprio da quest’ultimo punto, un report scritto da Schäufele e Hamm (2017), sottolinea come la produzione di vino con caratteristiche sostenibili possa essere una strategia di differenziazione vincente, accompagnata ovviamente da una graduale formazione ed informazione del cliente. Inoltre, il passaggio da viticulture tradizionali a nuove varietà sarebbe addirittura conveniente in termine economico. Spieghiamoci meglio: queste varietà di viti ottenute da incroci interspecifici, non hanno bisogno di trattamenti per mezzo di pesticidi in quanto più resistenti ad epidemie e funghi, e ciò porterebbe alla riduzione o al taglio dei costi dell’uso e produzione di antiparassitari.

 

C’è però da dire che l’adozione di queste nuove generazioni di viti è ancora in fase di regolamentazione, perché sarebbe in primis necessario tutelare le specie già presenti dal rischio di riduzione di biodiversità delle stesse, per non parlare poi del possibile ulteriore rischio dell’insorgenza di nuove malattie o il necessario adeguamento da parte dei consumatori. Importante è anche tenere a mente il cambiamento che potrebbe avvenire nel mercato del vino, in quanto le nuove varietà, entrandovi, creerebbero competitività diverse e dovrebbero sfidare la tradizione delle qualità secolari portando in rilievo il comune uso di pesticidi di quest’ultime.

 

Aggiungere quindi un ulteriore cambiamento, come potrebbe essere l’utilizzo di nuove specie di viti, richiede una grande elasticità da parte del produttore, che potrebbe percepirne solamente i rischi e non coglierne le opportunità. È però ormai impossibile negare quanto il mondo del food and beverage si stia spostando verso una realtà più sostenibile proveniente sia da fattori interni che dalla società stessa, che inizia quindi a cambiare i propri standard e soprattutto le proprie metriche di valutazione del significato di “qualità”.

 

In termini di ecologia e sostenibilità ambientale, invece, è probabile che con il tempo cambieranno i processi di trattamento, riducendo l’uso di additivi e coadiuvanti e diminuendo le pratiche enologiche ad energia intensiva. Un occhio di riguardo va anche all’imballaggio del prodotto: le bottiglie, infatti, nel processo di wine production, sono ad oggi uno dei maggiori fattori di emissione di carbonio.

 

Per far sì che questa direzione venga presa in modo omogeneo e soprattutto sostenibile a 360 gradi, è importante iniziare un processo di “accettazione” ed “accoglienza” soprattutto da parte di produttori ed esperti nel campo, che potranno così trasmettere il cambiamento al pubblico in modo positivo e graduale, mediante strumenti inclusivi e di nuova generazione come la realtà virtuale e il mondo digitale.

 

Noi di 5StarWines siamo consapevoli delle difficoltà che si presentano nella produzione di un vino sostenibile. Ecco perchè abbiamo creato Wine Without Walls, una sezione di 5StarWines – The Book dedicata al riconoscimento e alla valorizzazione su scala internazionale dell’impegno di produttori di vino biodinamico, biologico e a ridotto contenuto di solfiti.

 

La sostenibilità sarà il tema dell’edizione 2019 di wine2wine, che si terrà il 25 – 26 novembre a Verona. Si tratta si un forum internazionale arrivato alla sua 6a edizione, durante il quale ospiti del calibro di Bruce Sanderson – Senior Editor per Wine Spectator, Sonal Holland MW – unica Master of Wine in India and Gaia Gaja – Co-Owner ed International Brand Ambassador di Gaja Estates, tratteranno quest’importante dinamica in tutte le sue sfaccettature offrendo spunti, possibilità di networking, laboratori pratici ed altre attività con l’obiettivo di far dare forma ad un’industria del vino fiorente e sostenibile.

Che dire, ci vediamo lì?

 

 

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References
Campbell, Ben & Khachatryan, Hayk & Behe, Bridget & Dennis, Jennifer & Hall, Charles. (2015). Consumer Perceptions of Eco-friendly and Sustainable Terms. Agricultural and Resource Economics Review. 44. 21-34.
Schäufele, U. Hamm, Journal of Cleaner ProductionVolume 147, 20 March 2017, Pages 379-394 Consumers’ perceptions, preferences and willingness-to-pay for wine with sustainability characteristics: A review