Cantina Toblino  – raccontata da Giovanni Luigi Brumat

Cantina Toblino  – raccontata da Giovanni Luigi Brumat

Cantina Toblino, rappresentata dal Brand Manager Giovanni Luigi Brumat, è inclusa in 5StarWines – the Book,grazie a 5 vini che hanno ottenuto punteggi fantastici, due dei quali fanno parte della selezione dedicata ai vini organici, Wine Without Walls.

 

Durante la scorsa edizione di wine2wine, Giovanni Luigi Brumat ci ha raccontato la storia della Cantina Toblino e di alcuni dei vini prodotti.

La cooperativa è stata fondata nel 1960 da un piccolo gruppo di viticoltori che inizialmente producevano “vino da tavola” con viti di Nosiola per quanto riguarda i bianchi e di Schiava per i rossi. La Cantina ebbe poi un’importante crescita, che l’ha portata a contare oggi più di 600 coltivatori e 800 ettari di vigne, ma non è tutto! Cantina Toblino ha un asso nella manica: 40 ettari privati e certificati biologici situati di fronte all’edificio principale delle Cantine, che sono un simbolo dell’impegno per l’innovazione e la transizione verso la produzione biologica, iniziata nel 2012. Quasi 1/3 dell’intero territorio della Cantina (300 ettari) è certificato biologico: infatti Cantina Toblino possiede il 10% dell’intero numero di vigne biologiche nella provincia di Trento.

 

Quali vini produce Cantina Toblino?

Molte sono le bottiglie tra cui poter scegliere, ma partiamo dalle basi. Iniziamo dal Nosiola, una varietà autoctona di vite che permette di produrre diverse tipologie di vino. Ad esempio, un vino fresco e facile da bere, che viene sottoposto al processo di raffinamento in barili di acciaio. Oppure un vino secco, facilmente riconoscibile per la modalità di invecchiamento, che può durare fino a sei anni, in barili di quercia di grandissime dimensioni così da non lasciare un sapore troppo forte al risultato finale.

 

E il Vino Santo?

Il Vino Santo della Cantina Toblino è stato premiato come “Miglior Vino Dolce in Italia” dalla selezione di Gambero Rosso. Ma parliamo delle sue origini. La storia del Vino Santo inizia nei primi anni del XX Secolo. Cantina Toblino ha iniziato a produrlo nel 1965, per portarlo poi sul mercato 7 anni dopo, nel 1972. La cosà più interessante di questo prodotto, secondo le parole di Brumat, è che negli ultimi anni la tecnologia di produzione è cambiata. Oggi, infatti, la vendemmia di svolge durante la prima metà di ottobre, lasciando poi l’uva ad asciugare per 6 mesi. Questo processo è totalmente naturale, in quanto reso possibile da due venti. Il primo, il vento Lora, proviene del Lago di Garda ed è mite e soffice. Acquista velocità e si raffredda attraversando le valli di Bolzano e di Trento, ma quando passa per la valle dei Laghi prende la forma di una brezza leggera. L’altro vento, Peler, proviene dalle Dolomiti ed è forte e fresco. Entrambi i venti sono cruciali per il processo, dato che alcuni dei terreni delle vigne sono composti da argilla, un materiale non ottimale per il drenaggio dell’acqua: ecco quindi che il vento fa il suo dovere ed asciuga il terreno.

 

É sempre molto affascinante ascoltare le diverse storie delle Cantine, come sono nate, la loro crescita, il modo in cui affrontano il presente e i cambiamenti che hanno in progetto per il futuro. A 5StarWines e Wines Without Walls cerchiamo di farlo ogni volta che ci è possibile. Perché crediamo che il vino non sia solamente un prodotto proveniente dall’uva, ma il risultato di una storia fatta di famiglia, amicizia, sacrifici, duro lavoro e soprattutto tanta passione.

 

Foto da: Cantina Toblino

 

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